| » Chapter 2 Futuro pirata Rogue Town. «E' logicamente impossibile!» urlò strabiliato, rivolgendosi al locandiere. Aveva in mano una taglia di ben trenta milioni di Berry. «Sarà pur vero che prometteva bene, ma trenta milioni sono troppi!» protestò il ragazzo, continuando a gridare e continuando a bere, non badando alla sua giovane età. Diede un pugno al bancone, rovesciando involontariamente il boccale di saké per terra, che si ruppe. L'avviso Wanted gli dava evidentemente molto fastidio. Secondi dopo la taglia era stracciata, davanti al locandiere, sopra il lungo tavolo di legno in cui tutti bevevano seduti su sgabelli. Sopra era inciso un nome, con inchiostro nero come la pece: Dragonil D. Ryoh. Sotto la somma di trenta milioni di Berry. «Non può esistere uomo con una taglia così alta... Solo dopo due mesi dalla partenza!» si infuriò il personaggio misterioso. Il locandiere rise, ma avvertì il ragazzo: «Capisco la tua rabbia, ma attento a non rompere la mia locanda!». Minuti dopo: «Che cosa?» un'altro grido per poco non sfondò le pareti della locanda. Un'altro boccale fece la fine di quello precedente. Un'altra taglia era stracciata sul bancone. Questa volta sulla taglia c'era una foto diversa dalla precedente, come anche il nome e il valore. La taglia citava un certo Rayden D. Cliford, sotto era scritto il valore di ventotto milioni di Berry. «Persino lui? Non è possibile! Ma cos'hanno fatto?» chiese molto idignato il ragazzo, rivolgendosi al nulla più totale. Il locandiere era inginocchiato per terra con una faccia alquanto esasperata. Con l'unico filo di voce rimasto, imprecò: «Ti prego, c'è ancora un'altra taglia da vedere! Almeno non ordinare boccali se li devi fracassare!». Finalmente l'ultimo avviso di taglia. Stessa reazione per il ragazzo, con la differenza che stette ad aspettare per molti secondi che il saké si rovesciasse, quando si rese conto di non avere nessun boccale. «Anche lei! Silver Michiyo, 25 milioni di Berry! Non ci posso credere!» e in preda alla disperazione scoppiò in un pianto alquanto strambo, singhiozzando i valori delle tre taglie. Minuti dopo si rialzò, questa volta singhiozzando come ogni essere umano. «Ho deciso! Non parto subito per il mare... Questo pomeriggio ho altri programmi» il pianto si trasformò in un grande ghigno, in circa due millesimi di secondo. Uscì dalla locanda, salutando il locandiere, suo grande conosciente fin da piccolo. Uscito dalla locanda guardò il cielo con uno sguardo di vittoria. Fra sé e sé si convinse: «Vedremo quando un giorno ci incontreremo chi sarà il più forte, Ace of Spades!». Si incamminò verso destra ed entrò in una libreria. Montagne di libri erano davanti agli occhi dell'adolescente. Uno fra tutti molto particolare ed interessante. «Quello che cercavo!» esclamò il ragazzo. Si avviò verso quel libro, lo prese. Stava per uscire dal negozio quando qualcuno gli si mise davanti a pochi metri dall'uscita. Con tono interrogativo, domandò: «Scusi, dove sta andando?» «Mi spiace: questo le farà leggermente male» il futuro pirata afferò la Katana, la estrasse dal fodero e con forza la affondò nel petto del signore, velocemente per non fargli sentire troppo dolore. Era innocente, non aveva colpe e all'adolescente dispiaceva aver fatto ciò. Fatto sta che ora aveva quel libro: il libro dei Frutti del Diavolo. Osservò la copertina posteriore, in cui era scritto il prezzo. Ci rimase di stucco, riuscì a malapena a borbottare: «Venti mila Berry?». La cosa di cui doveva preoccuparsi ora non era questa. Alzò lo sguardo. Un cittadino era lì in piedi, a guardare il sedicienne con uno sguardo impaurito. Era come paralizzato. Quando si accorse che l'assassino lo vide, scappò. «Bastardo! Dove vai?» gridò con tutta la sua voce il possessore della spada che aveva appena ucciso un uomo. Minuti dopo, un grande mormorio invadette l'intera Rogue Town. Probabilmente il cittadino aveva avvisato la Marina. Uscì velocemente, ma frenò di scatto. Era circondato, l'intero negozio era stato accerchiato da schiere di Marine. Non poteva essere: aveva ucciso un solo uomo, non un intera famiglia o un capitano della Marina. Una figura losca si fece strada fra la schiera di Marine. Anch'esso era in divisa da Marine. Alzò il capo, con lo sguardo fisso sul ragazzo. Il Marine era alquanto robusto e alto, con una muscolatura molto possente. Guardava il ragazzo con uno sguardo molto minaccioso, da far paura a chiunque sia essere vivente. Con un tono di voce veramente alto, minacciò il sedicienne: «Salve, io sono Dray, capitano della Marina! Ti sei fatto conoscere alquanto vedo. Quello che hai ucciso era un sostituto del venditore. Era venuto solo per sostituire il vero venditore, che oggi è stato male, ma questo non è importante. La cosa più importante era che quello che hai ucciso era... Mio figlio!» e gridando le ultime due parole, continuò, autocontrollandosi: «E come tu hai ucciso lui, io ucciderò te. Proverai lo stesso dolore che hai fatto provare sulla pelle di mio figlio». Non aveva neanche finito la prima parte del suo programma e già il killer minorenne si era cacciato in grossi guai. Quella battaglia fu la prima vera battaglia della sua vita. Quella era l'inizo di una grande era. Il sole rifletteva i suoi raggi potenti e chiari sui capelli e su parte del volto dell'adolescente. «Io non morirò mai per mano di nessuno, se non per quella languida della Morte. Sono destinato a fare grandi cose. Io sarà il pirata più forte al mondo. Sarò un futuro pirata, perché io sono... Dokuri D. Danju» Edited by _[D@n]_ - 21/7/2010, 17:21
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