La Rotta Maggiore - The Story of a New Era, By Giorgio e Dan

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::Giorgio::
view post Posted on 20/7/2010, 17:38





Questa è una storia basata sul manga One Piece ed è stata creata da me e da Dan e basata sul nostro gdr. Infatti alcuni pg sono stati ritratti in questo specie di manga, modificandone le caratteristiche all'occorrenza o lasciandoli invariati.
Per i protagonisti siamo io e Dan, per evitare dispute se avessimo scelto uno di voi
Detto questo speriamo che anche senza disegni la storia riesca ad appassionarvi^^
Questo testo non ha alcun scopo legale o di guadagno, ma per puro divertimento....

» Prologo
I due ragazzi...



Nessuno può sfuggire al Fato.
In due piccole isole del mare Orientale, due ragazzi, oramai divenuti grandi, portano sulle spalle il peso di un'era che sta per iniziare e vede loro due come protagonisti. Un cacciatore di taglie e un pirata, personalità diverse, sogni disuguali, scelte differenti. Solo un particolare li accomuna, gli stessi occhi azzurro cielo pieni di speranze. Il destino del mondo dipenderà da loro. La storia è ancora tutta da scrivere...


» Chapter 1
Il cacciatore di taglie




Isola Orange.
«hey Ashura alzati!»
La voce squillante di Gray bastò a destare il leggero sonno di Ashura che ancora assonnato si alzò dal letto. Come maniacalmente si sfregò i lunghi e bianchi capelli. Questi sopra la sua testa formavano varie punte per poi ricadere sulla faccia coprendogli in parte l'occhio sinistro. A fatica mosse alcuni passi all'interno della sua stanza e ne trasse i suoi inconfondibili pantaloni neri e se li infilò davanti allo specchio. Tutto era sfocato, ma riusciva lo stesso ad intravedere il suo corpo nello specchio. Era un ragazzo strano dal punto di vista fisico. Nonostante i suoi soli 16 anni era completamente sviluppato. Alto cirrca 1 metro e 75 centimetri e dalla costituzione piuttosto esile dimostrava una considerevole struttura muscolare. Inoltre la carnagione piuttosto scura risaltava maggiormente i strani capelli. Lentamente gli ultimi postumi del sonno svanirono ed Ashura si diresse verso la cucina. Ad attenderlo vi erano gli ultimi due familiari rimasti. Il fratello Gray e la madre Maka. I due invece erano ancora più strani di Ashura. Entrambi possedevano lunghissimi capelli neri e dei particolari occhi gialli. Senza proferire parola il ragazzo si avvicinò alla mamma e la baciò delicatamente sulla guancia in segno di affetto. Mangiò qualcosa in fretta e furia e andò a mettersi la sua solita maglia. Quel giorno finalmente sarebbe partito alla ricerca del padre, partito in cerca di avventure poco dopo la sua nascita, per restituirgli la sua katana Yamagata, regalo per la nascita che non aveva mai voluto. Uscì dunque di casa insieme al fratello Gray conversando felicemente.
«Eh Gray tu quando partirai per i mari?...so che in fondo vuoi diventare un pirata...»
I due fratelli si scambiarono un'occhiata di intesa per poi scoppiare a ridere. Il loro rapporto era sempre stato molto stretto ed era la prima volta che si separavano in tutta la vita.
«Sai fratellino, ci sono ancora molte belle ragazze qui sull'isola...quando mi sarò stufato e mi andrà di trovare altre bellezze partirò pure io»
Scherzando allegramente arrivarono in men che non si dica al porto. Pochi giorni prima Ashura aveva richiesto una semplice nave, piccola e veloce, che lo aiutasse a spostarsi senza problemi tra le isole. Un'uomo calvo e dall'aria vissuta gliene aveva venduta una e finalmente ora il cacciatore di taglie sarebbe partito per il mare. Dunque salì sull'imbarcazione. Era una piccola nave a vele di un legno scuro e resistente. Viaggiò un po all'interno e trovò tutto ciò che gli serviva. Il suo viaggio non sarebbe stato lungo e si sarebbe fermato presto su una qualche isola per comprare vari rifornimenti.
Finalmente il suo viaggio sarebbe iniziato.
Quindi si avvicinò al fratello e dopo averlo stretto in un forte abbraccio gli diede la mano in segno di saluto.
«Ci rivedremo, ne sono certo fratellone e in quel momento avrò già incontrato nostro padre!»
I due fratelli si erano dati un'ultimo saluto. Si sarebbero rivisti, Ashura ne era certo. In breve tempo alzò le vele e levò l'ancora. Era partito per il mare, verso il grande blu, per compiere un destino già segnato per lui.
«Destinazione Coconat Village...»

Questa storia è scritta in parte da me e in parte da Dan!! Naturalmente per i ora i capitoli riguardanti il mio pg saranno scritti da me mentre quelli del suo da lui
Comunque scusate se l'inizio non è fantastico, ma gli inizi sono sempre difficili...abbiamo tante idee in mente non vi preoccupate...speriamo di appassionarvi...
A breve nuovi capitoli!!



Edited by .:[Giò:. - 15/7/2011, 13:28
 
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view post Posted on 20/7/2010, 23:24

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» Chapter 2
Futuro pirata



Rogue Town.
«E' logicamente impossibile!» urlò strabiliato, rivolgendosi al locandiere. Aveva in mano una taglia di ben trenta milioni di Berry. «Sarà pur vero che prometteva bene, ma trenta milioni sono troppi!» protestò il ragazzo, continuando a gridare e continuando a bere, non badando alla sua giovane età. Diede un pugno al bancone, rovesciando involontariamente il boccale di saké per terra, che si ruppe. L'avviso Wanted gli dava evidentemente molto fastidio. Secondi dopo la taglia era stracciata, davanti al locandiere, sopra il lungo tavolo di legno in cui tutti bevevano seduti su sgabelli. Sopra era inciso un nome, con inchiostro nero come la pece: Dragonil D. Ryoh. Sotto la somma di trenta milioni di Berry.
«Non può esistere uomo con una taglia così alta... Solo dopo due mesi dalla partenza!» si infuriò il personaggio misterioso. Il locandiere rise, ma avvertì il ragazzo: «Capisco la tua rabbia, ma attento a non rompere la mia locanda!».
Minuti dopo: «Che cosa?» un'altro grido per poco non sfondò le pareti della locanda. Un'altro boccale fece la fine di quello precedente. Un'altra taglia era stracciata sul bancone. Questa volta sulla taglia c'era una foto diversa dalla precedente, come anche il nome e il valore. La taglia citava un certo Rayden D. Cliford, sotto era scritto il valore di ventotto milioni di Berry.
«Persino lui? Non è possibile! Ma cos'hanno fatto?» chiese molto idignato il ragazzo, rivolgendosi al nulla più totale.
Il locandiere era inginocchiato per terra con una faccia alquanto esasperata. Con l'unico filo di voce rimasto, imprecò: «Ti prego, c'è ancora un'altra taglia da vedere! Almeno non ordinare boccali se li devi fracassare!».
Finalmente l'ultimo avviso di taglia. Stessa reazione per il ragazzo, con la differenza che stette ad aspettare per molti secondi che il saké si rovesciasse, quando si rese conto di non avere nessun boccale. «Anche lei! Silver Michiyo, 25 milioni di Berry! Non ci posso credere!» e in preda alla disperazione scoppiò in un pianto alquanto strambo, singhiozzando i valori delle tre taglie.
Minuti dopo si rialzò, questa volta singhiozzando come ogni essere umano.
«Ho deciso! Non parto subito per il mare... Questo pomeriggio ho altri programmi» il pianto si trasformò in un grande ghigno, in circa due millesimi di secondo. Uscì dalla locanda, salutando il locandiere, suo grande conosciente fin da piccolo.
Uscito dalla locanda guardò il cielo con uno sguardo di vittoria. Fra sé e sé si convinse: «Vedremo quando un giorno ci incontreremo chi sarà il più forte, Ace of Spades!».
Si incamminò verso destra ed entrò in una libreria. Montagne di libri erano davanti agli occhi dell'adolescente. Uno fra tutti molto particolare ed interessante. «Quello che cercavo!» esclamò il ragazzo. Si avviò verso quel libro, lo prese. Stava per uscire dal negozio quando qualcuno gli si mise davanti a pochi metri dall'uscita. Con tono interrogativo, domandò: «Scusi, dove sta andando?»
«Mi spiace: questo le farà leggermente male» il futuro pirata afferò la Katana, la estrasse dal fodero e con forza la affondò nel petto del signore, velocemente per non fargli sentire troppo dolore. Era innocente, non aveva colpe e all'adolescente dispiaceva aver fatto ciò. Fatto sta che ora aveva quel libro: il libro dei Frutti del Diavolo.
Osservò la copertina posteriore, in cui era scritto il prezzo. Ci rimase di stucco, riuscì a malapena a borbottare: «Venti mila Berry?».
La cosa di cui doveva preoccuparsi ora non era questa. Alzò lo sguardo. Un cittadino era lì in piedi, a guardare il sedicienne con uno sguardo impaurito. Era come paralizzato. Quando si accorse che l'assassino lo vide, scappò.
«Bastardo! Dove vai?» gridò con tutta la sua voce il possessore della spada che aveva appena ucciso un uomo. Minuti dopo, un grande mormorio invadette l'intera Rogue Town. Probabilmente il cittadino aveva avvisato la Marina. Uscì velocemente, ma frenò di scatto. Era circondato, l'intero negozio era stato accerchiato da schiere di Marine. Non poteva essere: aveva ucciso un solo uomo, non un intera famiglia o un capitano della Marina.
Una figura losca si fece strada fra la schiera di Marine. Anch'esso era in divisa da Marine. Alzò il capo, con lo sguardo fisso sul ragazzo. Il Marine era alquanto robusto e alto, con una muscolatura molto possente. Guardava il ragazzo con uno sguardo molto minaccioso, da far paura a chiunque sia essere vivente. Con un tono di voce veramente alto, minacciò il sedicienne: «Salve, io sono Dray, capitano della Marina! Ti sei fatto conoscere alquanto vedo. Quello che hai ucciso era un sostituto del venditore. Era venuto solo per sostituire il vero venditore, che oggi è stato male, ma questo non è importante. La cosa più importante era che quello che hai ucciso era... Mio figlio!» e gridando le ultime due parole, continuò, autocontrollandosi: «E come tu hai ucciso lui, io ucciderò te. Proverai lo stesso dolore che hai fatto provare sulla pelle di mio figlio».
Non aveva neanche finito la prima parte del suo programma e già il killer minorenne si era cacciato in grossi guai. Quella battaglia fu la prima vera battaglia della sua vita. Quella era l'inizo di una grande era. Il sole rifletteva i suoi raggi potenti e chiari sui capelli e su parte del volto dell'adolescente.
«Io non morirò mai per mano di nessuno, se non per quella languida della Morte. Sono destinato a fare grandi cose. Io sarà il pirata più forte al mondo. Sarò un futuro pirata, perché io sono... Dokuri D. Danju»



Edited by _[D@n]_ - 21/7/2010, 17:21
 
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view post Posted on 22/7/2010, 09:48





» Chapter 3
Il primo bersaglio



Coconat Village.
Il viaggio era ormai terminato. Le leggere onde facevano muovere la piccola zattera a destra e a sinistra creando un rilassante movimento ondulatorio. Il vento picchiava forte sulla vela facendola muovere la barca ad una velocità sempre più elevata. Era stato facile viaggiare per mare, Ashura all'inizio provava un po' di timore dato che se sarebbe caduto in mare, avendo mangiato un frutto del mare, sarebbe morto di certo. Tutto fortunatamente andò per il verso giusto e in un singolo giorno di navigazione riuscì ad arrivare come si era prefissato a Coconat Village. Era la prima volta che usciva dalla sua piccola isoletta. Coconat si presentava come un piccolo villaggio di agricoltori. Piccole casette con dei minuscoli orti intorno padroneggiavano per tutto il territorio. Solo nella via principale vi erano le zone adibite al commercio. Tutta la gente era riunita lì. Ashiura camminava indisturbato con la sua nera katana in mano. Nessuno lo conosceva, per ora. Passando un giornalaio, Ashura ne comprò una copia. I giornali erano un'ottimo mezzo di distribuzione delle taglie e gli sarebbe stato utile per trovare dei pirati da catturare. «Che giornata noiosa, devo trovare qualcuno con cui divertirmi un po'»
Continuò a camminare in lungo e largo alla ricerca di qualche cosa potesse fargli passare il tempo. All'improvviso un boato lo fece risvegliare. Urla disperate arrivavano da una taverna. Ashura raggiunse il luogo ed entrò non curante di quello che stava succedendo. All'interno una folla discreta di persone guardava la scena. Un grosso pirata alto quasi due metri dai lunghi capelli biondi stava picchiando una nuova leva. Era un giovane piratuncolo dai folti capelli neri. «Che sbruffone, vediamo a quanto ammonta la sua taglia.» Ashura sfogliò velocemente il giornale e trovò subito quello che cercava. Una taglia pendeva sulla testa di quel pirata, 7 milioni più precisamente. «Bah, solo sette milioni, mi aspettavo di meglio...anche se un pochino di soldi non mi faranno male....e dopotutto è un guadagno facile.»
Il giovane cacciatore di taglie cominciava a divertirsi. Sul volto gli si dipinse una piccola smorfia divertita. Finalmente aveva trovato qualcosa da fare. «Biondino lascia quel ragazzino»
Il suono della sua voce risuonò all'interno di tutta la piccola locanda. Il pirata, chiamato Leonard Kidd si girò arriabbiato. Lasciò il ragazzino che cadde a terra tutto insanguinato. «E tu chi diavolo saresti? Ho sempre odiato gli sbruffoni, vieni qui!»
Tutte le persone della locanda si chiedevano chi fosse quel ragazzo che da solo aveva osato sfidare quel pirata. Ashura alzò la mano e con il dito invitò il nemico a raggiungerlo in segno di sfida. Dopodichè si alzò e uscì dalla taverna. La gente lo seguiva con lo sguardo. Il grosso pirata ancora più adirato per la sfida inseguì il cacciatore di taglie. Il duello si preannunciava interessante e la gente si alzò all'unisono per andare ad osservare ciò che accadeva fuori.
«Sette milioni mi faranno comodo sai, e poi per uno scontro che dura meno di un minuto mi sembra un'adeguata ricompensa.» Infine rise di gusto.
Il suo primo combattimento stava per iniziare...

 
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view post Posted on 23/7/2010, 22:42

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» Chapter 4
Grande scontro



Rogue Town.
Abbassò lo sguardo ad osservare quello del capitano, che aveva la medesima esprezzione di sempre: pauroso e furioso.
Estrasse la Katana. Alzò il dito indice e lo piegò diverse volte verso di sé, in segno di sfida. «Vediamo che sai fare, brutto bestione» insultò incautamente il sedicienne. Un ghigno affiorò sul suo volto. Un uomo con la potenza di un bisonte e la velocità di un ghepardo stava per aggredirlo. Si spostò di un passo verso sinistra. Il Marine era su tutte le furie e non riusciva a gestire bene la potenza. Era completamente senza autocontrollo. Sferrò un pugno, ma il ragazzo si era già spostato. Colpì un palazzo, creando un grande crepaccio sul muro. Il capitano girò il volto verso il ragazzo. Il pugno ancora stampato sul muro. Sul suo viso apparve un ghigno divertito a sopresa di Danju. «Ma cosa cazzo...?» si chiese Danju, dovendosi lanciare metri più in là a causa di una botte contenente dell'acqua che cadde dal tetto di quel palazzo. Era una botte molto grande, della capienza di persino due uomini. Probabilmente la usavano come riserva d'acqua. Fortuna che in quegli anni Danju aveva lavorato a lungo sui proprio riflessi. Si rialzò velocemente da terra e provocò: «Tutta qua quello che sai fare? Ormai è proprio vero che i gradi la Marina li assegna al primo che capita!». Questo gesto lo pagò caro. Si ritrovò a terra. Perdeva sangue dal naso. Un pugno lo aveva pienamente colpito in faccia.
Nonostante ciò continuò ad istigarlo: «Non sai far altro che far uscire un po' di sangue dal naso di un povero ragazzo?».
Con questo estrasse l'Uchigatana dal suo fodero, parando il pugno che gli stava per sferrare il capitano con la lama della Katana, molto resistente.
Si scansò verso sinistra evitando un altro pugno. Strinse forte l'elsa della Katana e diresse la lama contro la spalla del Marine.
Un misero graffietto apparve sulla spalla del Marine. Egli aveva una resistenza fisica che pareva impossibile. Aveva talmente tanti muscoli che una lama normale non avrebbe potuto trafiggere. Forsce c'era qualcosa di più. Danju rimase piuttosto allibito: «Non te l'aspettavi, ragazzino? Ho mangiato il frutto del diavolo Suji Suji, che mi permette di far crescere a mio piacimento tutti i muscoli del mio corpo, aumentando a dismisura la mia forza fisica e la mia resistenza. Pensare che potrei potenziare i miei muscoli ancora più di cento volte! Non credo che mi debba davvero impegnare con te».
Danju capì molte cose dalla sua spiegazione e borbottò ironicamente: «Questa gente è proprio intelligente. Pur di vantarsi rivela i suoi segreti di combattimento!».
Il ragazzo però non aveva niente da ridere, doveva assolutamente trovare il suo punto debole. Tutti i frutti del diavolo ne hanno uno, sebbene nascosto bene.
Pensò e ripensò, mentre cercava di schivare i colpi del Marine. Notò inoltre che tutti i Marine erano fermi immobile e aspettavano gli ordini del comandante che però non ne impartiva. Un enorme pugno lo stava colpendo in pieno volto. Prese un Marine che trovòdietro a sé, lasciandolo spiazzato. Il capitano colpìla persona che Danju usò come scudo. Il ragazzo si dovette abbassare in quanto il cadavere del Marine stava volando per diversi metri travolgendo alcuni Marine di servizio.
«Le cazzate che fai le pagano così i tuoi sottomessi, codardo!» insultò Danju, rivolgendosi al Marine, prima di continuare: «Un punto debole l'hai anche tu e io lo scoprirò!».
Facile a dirsi più che a farsi. Pensandoci non aveva ancora trovato niente che potesse metterlo in difficoltà. L'intero corpo umano era rivestito da muscoli e questi avrebbe potuto aumentarli a suo piacere. Che poteva fare?
Un'idea gli trapassò la testa come un lampo di genio. Aveva anni fa letto un libro sulle patologie muscolari. Esso parlava di una patologia chiamata rabdomiolisi, provocata da traumi o shock elettrici. Essa consiste nella rottura cellulare del muscolo scheletrico. Considerato che Danju non aveva la minima possibilità di provocare a quel bestione un trauma, doveva ricorrere all'elettricità.
«Senti sottospecie di umano. La rabdomiolisi ti ricorda qualcosa?» chiese ironicamente Danju al capitano.
Il Marine fermò in un attimo di secondo il pugno che stava per travolgere il volto di Danju.
I suoi occhi si spalancarono. Fece diversi passi indietro. All'improvviso un Marine dalla folla chiese al proprio capitano: «Tutto bene, signore? Le ha detto qualcosa che non va?».
In men che non si dica Danju aveva tutti i fucili puntanti su di lui. A quel punto, precoccupato bisbigliò al capitano Dray, in modo che lo sentisse solo lui: «Non ti ho detto niente, vero?» ed aggiunse un tono minaccioso alla frase. Dray sapeva cosa poteva fargli se avesse fatto sparare a tutti i suoi scagnozzi, ma non pensò al fatto che Danju se veniva sparato non avrebbe mai fatto in tempo a dare la scarica elettrica al Marine. Dray, ingenuamente, mentì: «No, non mi ha detto niente. Assolutamente niente!».
I Marine misero a posto le armi. Il ragazzo fu soddisfatto.
All'improvviso un Marine si mise a gridare: «Guardate là!» indicando un punto in alto. Danju non osò alzare lo sguardo per distrarsi, come fece il Marine che non alzò gli occhi. Il ragazzo si accontentò di udire quello che lo strano personaggio evidentemente su un tetto stava dicendo: «Finalmente vi siete accorti di me. Che dire? Non mi resta che eliminarvi!!».
Danju non capiva bene chi sia, ma capì che voleva combattere al suo fianco e propose: «Senti amico, io mi occupo di questi Marine scarsi, tu del capitano. Va bene?». Danju approvò l'idea. Infine vide un'oggetto molto importante per continuare la sua battaglia. Stufato, reclamò: «Ora mi sono proprio stufato!».
Si tuffò verso l'oggetto che gli poteva salvare la vita.
«Vedrai se riuscirai a sopravvivere, ora!» minacciò Danju con un minuscolo filo elettrico. Tutti si misero a ridere. Tutti eccetto il ragazzo e il comandante, che rimase scosso.
Si lanciò addosso al capitano. Cosa voleva fare con un semplice filo elettrico conducente di pochissima elettricità?



Edited by _[D@n]_ - 24/7/2010, 00:42
 
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view post Posted on 24/7/2010, 11:59





» Chapter 5
Il facile scontro




Coconat Village
Uno scontro aspettava Ashura. Uno scontro voluto e deciiso pochi minuti prima. Ora aveva il proprio nemico contro di lui, ma non gli interessava, voleva solo divertirsi e non aveva certo paura di Kid. «Ragazzino ora ti faccio vedere io...» Leonard mostrava uno sguardo adirato, desiderioso di vendetta per la sfida che gli era stata lanciata. Il cacciatore di taglie invece era completamente rlassato. Manteneva sempre la calma ed era sicuro di sè. In quello scontro si sarebbe divertito molto e l'atteggiamento del suo nemico lo faceva sollazzare ancora di più. Lo scontro però era imminente. Leonard cacciò la katana dal foro e cominciò a correre verso il suo nemico.
Quello era l'atto che dava ufficialmente inizio allo scontro.
Il ragazzo però era ancora calmo, se ne stava fermo lì, la katana con ancora il fodero in mano e il solito sorriso divertito. Dopodichè sussurrò due semplici parole e scocchiò le dita della mano destra. «Transport Room»
All'improvviso una specie di cupola molto larga con all'interno solamente Ashura e Kid. Questo rimase un po spaesato da quella specie di camera creata dal suo avversario, ma continuò ad avvicinarsi correndo. Quando arrivò vicino al nemico sferrò il suo attacco con la katana. Era un semplice attacco, che Ashura avrebbe potuto parare, ma questa volta voleva dare spettacolo. Leonard si bloccò, davanti a lui non c'era nessuno, quando avvertì due piccoli tocchi all'altezza della spalla...
«Eccomi ahahahah»
Il pirata si girò tentando di colpirlo con il gomito, ma anche questa volta non vi era nessuno davanti a lui. Intanto da dietro il ragazzo rideva, quella situazione lo divertiva parecchio.
«Che fai non mi vedi?»
Kid era sconcertato, non riusciva a capire come quel ragazzino, venuto da chissà dove, riusciva a sfuggire ad ogni sua offensiva.così facilmente.
«Come è possibile? Hai mangiato un frutto del diavolo vero?»
Ashura si mise a ridere copiosamente. Voleva continuare con quel giochetto, ma sapeva di dover finire. Dopodichè schioccò nuovamente la mano e la stanza svanì all'improvviso. Fece qualche passò all'indietro e poi parlò al nemico.
«Mai rivelare al nemico la tua abilità, gli daresti abbastanza informazioni per trovare un punto debole, imparalo. Comunque non ti servirà perchè tra poco ti porterò alla marina e incasserò la tua taglia...»
Lo scontro stava ormai per terminare, anzi era già durato troppo per i gusti del cacciatore di taglie. Leonard lo guardava ancora incredulo. Ashura stava per mettere la parola fine allo scontro questa volta. Come aveva già fatto in precedenza, schioccò le dita di nuovo e comparve un'altra stanza.
«Surgeon Room»
La stanza era uguale a quella precedente, ma evidentemente qualcosa era cambiato. Prese la katana e con la mano destra sferrò un colpo. Un'attacco celestino stava per colpire Kidd che si difese sfruttando la katana.
«Scacco matto»
Ashura si trovava dietro al proprio nemico e in mano reggeva la katana di Leonard che misteriosamente gli era finita tra le mani. Oramai Ashura aveva vinto, il nemico era disarmato e lui non voleva svelare altri particolari sul suo singolare potere. Dunque schioccando di nuovo le dita la stanza sparì. Dopodichè salutò per sempre il suo avversario.
«Addio...»
Prese la sua katana e sferrò solamente due colpi al petto dell'avversario. Questo rimase inerme e cadde a terra insanguinato. La prima vittima del neo cacciatore di taglie stava per essere portata alla marina. I presenti al combattimenti raccontarono la battaglia ai propri conoscenti e la fama di Ashura stava crescendo rapidamente....

SPOILER (click to view)
scusate le ultime righe, ma le ho fatte solo per non bloccare Dan e mandare avanti i cap...

 
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view post Posted on 14/7/2011, 16:55

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» Chapter 4
Forza o astuzia?



Rogue Town.
Ora il problema era uno. Sebbene quel filo conducesse elettricità, lo faceva in quantità minima.
Quello che teneva in mano Danju, infatti, non era altro che un filo sottilissimo di color rosso sangue totalmente innocuo, nonostante questo si era ormai già tuffato contro il capitano ed era a non più di due centimetri da lui, così provò a lanciargli contro quel minuscolo filo elettrico.
Fu totalmente inutile, proprio come Danju si aspettava. Gli fu difficile trovare una soluzione finché non si rese conto che il piccolo conduttore d'elettricità dveva pur provenire da qualche parte.
Presto i suoi pensieri furono interrotti da un potentissimo pugno scagliato dal Marine al ragazzo, in pieno stomaco.
Cercò di pararlo posizionando le braccia a X, il braccio sinistro davanti a quello destro. Nonostante il tentativo di difesa il pugno lo fece volare per diversi metri ed il corpo di Danju colpì una libreria del negozio.
"Cazzo, forse è meglio che ragiono più in fretta, questo qua fa di tutto per non farmi toccare la corrente" pensò Danju, cominciando a nutrire timore verso il capitano della Marina.
Da dove poteva venire quel piccolo filo di corrente? Osservò attentamente il negozio circostante, poi lo vide. Vide il resto del filo elettrico, che si concludeva in fili rossi e blu intrecciati, nei pressi dell'uscita del negozio, vicino alla porta, già collegato alla corrente. Si diresse verso di esso e lo afferrò, si rese conto però di non poter arrivare a più di dieci passi fuori dal negozio tenendolo in mano. Il Marine intanto era fuori ad aspettarlo. Poi gli venne un idea: "L'acqua è conduttrice d'elettricità, di conseguenza se..."
Danju fece qualche passo fuori dal negozio e fece cadere il filo vicino all'ingresso. Poi si mise nella pozza d'acqua formata dalla botte precedentemente caduta dal tetto e aspettò il Marine, istigandolo: «Dai, vuoi stare lì ancora per molto, perché io devo far altro che combattere contro uno scimmione come te».
In meno di due secondi il Marine si precipitò verso di lui con il pugno ben pronto.
Quando fu abbastanza vicino a Danju, che fino ad ora non si era mosso, il ragazzo lo sentì mugugnare: «Suji Suji...» e si tuffò lateralmente, «Punch!!!» continuò il capitano della Marina sferrando un pugno più potente di quelli che aveva sferrato ora contro il muro. Danju vide creparsi ancor di più il muro, già vittima di un'altro pugno del Marine.
"Bene, è caduto nella trappola" pensò Danju, guardando i piedi del Marine nella pozza d'acqua.
Prese così il filo e lo lasciò cadere in acqua. Quello che ne seguì non fu indolore per il Marine, che subì una pesante scossa elettrica.
Sebbene la scossa non fu sufficientemente potente, Danju vide i muscoli di Drake diventare meno ingombranti, come se si stessero ritraendo e approfitò del momento per scagliare uno dei suoi colpi: «Sword's Shadows» e con questo conficcò la lama nel terreno, vi passò avanti, la afferrò e saltò in aria, scagliando la parte tagliente in testa all'avversario, a cui uscì del sangue. Danju non si fermò: «Ti faccio vedere io cos'è un pugno! Lethal Strike» e sferrò un pugno nello stomaco con tutta la sua forza al Marine, il quale si piegò ricevendo una violenta ginocchiata in pieno volto.
Il corpo del Marine cadde sopra l'acqua, ma il sedicienne sapeva che era solo svenuto, così prima che potesse riprendere i sensi sferrò un potente affondo, traffigendo così il cuore del Marine. Ora poteva essere sicuro di averlo sconfitto.
Per quanto forte era quel Marine, sembrava strano credere che era un Capitano della Marina, gli avrebbe dato massimo il ruolo di Sergente Maggiore.
Dopo la vittoria si ricordò dei Marine e della figura misteriosa che gli si era presentata prima.
Voltandosi vide tutti i Marines a terra e la figura misteriosa a osservarlo, sorridendogli. Sia Danju che quel ragazzo erano feriti, ma l'altro ragazzo al contrario del sedicienne, che non era nelle miglior condizioni, non pareva star tanto male. Era la prima vera battaglia di Danju ed era stanco morto, per non parlare inoltre del dolore arrecatogli dal combattimento, che lo fece accasciare al suolo.
"Ne ho ancora di strada da fare" pensò Danju e poco prima di perdere i sensi l'ultima cosa che vide fu quell'uomo misterioso di cui non sapeva nulla, di cui forse non avrebbe mai saputo nulla, fatto sta che dopo aver battutto le palpebre non lo vide più e svenne, senza badare a niente e a nessuno, neppure al libro per cui era accaduto tutto questo.
 
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